Storie di invenzioni e di scoperte

Oggi la grappa è un distillato prezioso, dal ricco bouquet di sapori, che scatena subito il desiderio di chi ne sente il profumo. Ma non è sempre stato così. All’inizio della nostra storia, nel lontano 1947, la grappa era un distillato poco più che modesto, considerato buono solo per i contadini che, con poche pretese, si ritagliavano un momento di corroborante rifugio dal caldo dell’estate e dal freddo dell’inverno nei campi. Inutile dire che le persone di paese, chi poteva permettersi di comprare la grappa nei negozi invece che farsela in casa, di questo distillato da povera gente non ne volevano nemmeno sapere. Si dice che le migliori occasioni nascono dalle peggiori difficoltà: e questa storia non fa eccezione. Paolo Berta iniziò a conservare la grappa che non riusciva a vendere dentro grandi botti di legno; ancora non immaginava che, aprendo quelle botti, si sarebbe trovato per le mani una grande rivoluzione. E quale fu la prima grappa Selezione, invecchiata lunghi anni in botti di legno, a vedere la luce sugli scaffali delle enoteche? Ma ovviamente Roccanivo; pura barbera figlia come noi del Monferrato, il nome della collina su cui sorgono le Distillerie, da tre anni anche location per eventi.